giudizio artistico: ECCEZIONALE
Un lavoro assolutamente particolare, di una bellezza disarmante. Due tradizioni apparentemente molto diverse tra loro, quella francese medievale e quella svedese, svelano nel loro incontro non solo di avere sonorità e temi comuni o comunque compatibili, ma anche di prestarsi a giochi di scambi, scomposizioni e riassemblamenti, che riguardano sia la musica in sé sia i linguaggi, in un intreccio dal sapore mistico e onirico. Susanne Rosenberg, folk singer svedese, traduce nella propria lingua antiche liriche francesi, usa con sicurezza il latino, e soprattutto penetra in profondità le melodie spremendone fuori tutta la magia e la misteriosa espressività che le caratterizzano. La sua intelligenza e ricchezza vocale la pongono a fianco di Lisa Gerrard, a cui è accomunata dalla scurezza del timbro e dalla duttilità interpretativa. Deslignes, Gomor e Descamps sono fantastici nell'improvvisare su temi del medioevo di Francia, e i tre pezzi che ne risultano sono tra i punti salienti del disco. Ho apprezzato molto la scelta di inserire anche alcuni canti gregoriani e uno tra i più bei carmi di Hildegard von Bingen, “O vividissima virga”, quello che forse descrive meglio le immagini simboliche (la viriditas, il ramoscello, la fioritura) e le tematiche filosofiche della Sibilla del Reno. Un altro momento memorabile è lo strumentale Clara, una danza suggestiva e lunare, cantata dal violino di Descamps. Todd Garfinkle ha descritto questo disco come uno dei più interessanti che abbia prodotto per l'etichetta: definizione troppo modesta e riduttiva, per indicare un capolavoro. Pierluigi Avorio
giudizio tecnico: ECCEZIONALE
La scelta della cattedrale come luogo di registrazione non poteva rivelarsi migliore: il suono è ampio, ben riverberato, aperto e pieno, ricchissimo di colori e sfumature, disegnato con cura nei chiari e negli scuri, precisissimo ma non radiografico. Più che realistico, lo definirei ‘reale’. La voce, perfettamente restituita, sembra trovarsi davanti al microfono ma non tanto vicina, e il suo volume è pari a quello degli altri strumenti. Ai lati, l'organetto ed il violino, ed in una posizione più difficile da precisare stanno le percussioni (suppongo si trovino dietro il microfono). Il dettaglio è eccellente, e così le dinamiche. Da lasciare senza fiato. Pierluigi Avorio