Una nota: dato che il sistema di numerazione per le sinfonie di CPE Bach non ha ancora raggiunto la notorietà di altri grandi compositori sinfonici, le quattro sinfonie hanno numero di catalogo Wotquenne da 1 a 4. Altra nota: questa è probabilmente la migliore registrazione effettuata da Andrew Manze direttore (in contrapposizione al Manze virtuoso violinista) dal tempo dei suoi primi dischi con la Hamonia Mundi (prodotti nel 1998) con i 12 Concerti opus 6 di Handel. Le incredibili performance ribollono e si agitano come lo stesso CPE Bach, i contrasti tra energia e quiete hanno il loro usuale impatto intrattenitivo, con gli occasionali pieni di eccezionale bellezza lirica, come il magnifico movimento lento del 183/3, mai così impressionanti.
Nel relativamente noto Concerto per Violoncello in La maggiore, che chiosa le sinfonie, la giovane virtuosa scozzese Alison McGillivray (pure violoncellista principale degli English Concert) non eguaglia quella che rimane il riferimento standard per questo meraviglioso lavoro, la moderna e bipolare lettura strumentale di Robert Bex con Pierre Boulez alla direzione (accoppiata con l'incandescente lettura del Concerto per flauto in Re minore di Jean-Pierre Rampal e che spunta ogni tanto nella linea a basso prezzo della Harmonia Mundi). McGillivray eccelle nel delizioso movimento lento (una della più perfette ispirazioni del compositore) ed in generale è ben adatta al contesto dell'appassionata direzione di Manze.
Per quanto fosse buono il CD convenzionale, con i suoi timbri luccicanti e le affilate dinamiche, la versione in SACD offre in più tanto calore e una presentazione tridimensionale molto dettagliata - particolarmente notevole, per esempio, quando il corno enfatizza le conclusioni drammatiche. Le note di copertina storicamente avvincenti di Manze espongono i fatti in maniera moderatamente attraente, anche se un po' asciutta.
Laurence Vittes /www.audaud.com