Giudizio artistico: ECCEZIONALE.
Con questo volume 38, la impressionante serie delle cantate bachiane di Maasaki Suzuki volge velocemente al termine. Le quattro cantate che si trovano in questa registrazione, ci riportano al quarto anno di Bach in qualità di Kantor di S. Tomaso a Lipsia, più precisamente nel periodo compreso tra novembre del 1726 e il febbraio del 1727. In questa epoca Bach manifesta una preferenza per la forma della cantata per una voce solista, in cui il coro compare solo nella conclusione del lavoro. Tre delle quattro cantate qui interpretate appartengono a questo tipo (BWV 55, 52, e 82) mentre la BWV 58 si limita a due voci. Non si sa bene quali possono essere le ragioni di queste scelta, ma si pensa che potesse avere dei problemi con i componenti effettivi del coro di S. Tomaso, oppure che avesse a disposizione dei solisti particolarmente dotati. Ma non si può escludere ugualmente che Bach intendesse alleggerire il lavoro del coro e delle prove in previsione dei preparativi della sua “Passione Secondo Matteo”, prevista per l’anno 1727.
Ad ogni modo, qualunque sia il motivo di queste scelta, ci troviamo di fronte a dei capolavori di una eccellenza suprema. E come fulgido esempio basti ascoltare la cantata per basso solo BWV 82 “Ich habe genung “ in cui il basso richiama soavemente la morte come liberazione dal corpo e dal peccato, per capire la raffinatezza di quelle volute imploranti del primo movimento in cui l’oboe solista dialoga con il cantante e l’orchestra.
Eccellente come sempre è l’attenzione che infonde Maasaki Suzuki ad ogni aspetto della partitura e del testo; si tratta certamente di una delle eccellenti caratteristiche del direttore giapponese e della sua compagine, orami composta esclusivamente da strumentisti del sol levante, i quali possono vantare a pieno titolo, una continuità superlativa in questo progetto.
Ovviamente i tre solisti impiegati in queste cantate, il basso Peter Kooij (BWV 82 e 58), il soprano Carolyn Sampson (Bwv 52 e 58) ed il tenore Gerd Turk (BWV 55), sono indiscutibilmente di livelli eccelsi. In particolare mi ha affascinato il soprano per il suo timbro pieno ma leggero e gradevole nelle volute di ogni passaggio delle sue arie, che sa controllare con grande sicurezza tecnica. La pronuncia di ognuno dei solisti è sicura e pregnante cosicchè il testo acquista una espressione davvero profonda in ogni suo frangente. Suzuky dirige dunque con una forte caratteristica idiomatica e chiede ai suoi musicisti una esecuzione e un canto sensibili ed empatici, si da rendere questa registrazione, al pari di quasi tutte le altre dei 37 volumi precedenti, di un livello di assoluto riferimento.
Giuseppe Nalin
Giudizio tecnico:
5,5, 5, 5
Una registrazione SACD di sommo livello. Questi dischi prodotti dalla svedese BIS lasciamo esterrefatti per la dinamica impressionante, il palcoscenico molto ben delineato, in cui vengono esaltati i solisti anzitutto in ogni minimo dettaglio e non meno gli strumenti solisti, sia violino, sia oboe, sia flauti sia corni.Il timbro degli archi è quanto di più naturale ci si possa aspettare, direi quasi iperrealistico. L’immagine generale risulta proiettata su vari livelli e sempre con grande spazialità e profondità. I dettagli vocali sono colti perfettamente. Credo che i meriti vadano ascritti in parti uguali alla favolosa acustica della sala di registrazione così come all’esperienza notevole di un ingeniere del suono di grande preparazione e conoscenza.Giuseppe Nalin