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Questo CD è bellissimo dal primo minuto fino all'ultimo. Canzone folk/rock d'autore, contaminata con elementi mediorientali, jazz, e molto altro. Sarah è una grande autrice, scrive materiale molto valido, ‘roba sostanziosa’, in questi tempi di minestrine insipide. Non mi riferisco soltanto alla musica, ma anche alle parole, che secondo me non sono meno importanti
Lo stesso Ian Anderson potrebbe chiedersi perché la gente sia ancora interessata ad Aqualung a trentasei anni dalla prima uscita – o forse no. Anche se quasi comicamente semplice, il riff di apertura della canzone che da il titolo al disco è uno dei passaggi più ingegnosi ed indelebili del rock
«Il grande problema con le compilation di 'grandi successi' in vinile è che esse sono, necessariamente, almeno una generazione successive al nastro master. Ciò è dovuto al fatto che l'assemblaggio dei veri master in un'unica bobina di incisione non è ammesso, e anche se un'etichetta lo permettesse i problemi di livello, equalizzazione e azimut della testina del registratore sarebbero praticamente impossibili da risolvere da traccia a traccia, mentre il nastro gira e la lacca viene incisa... »
Ci è stato recapitato Six and Twelve strings guitars di Leo Kottke e Blue Train di John Coltrane, entrambi nella scarna confezione contenente, però sia la versione bianca che nera, in modo che anche il recensore più sordastro possa accorgersi in tempo quasi reale delle differenze tra i due supporti